Riassunto |
Il camoscio alpino (Rupicapra rupicapra rupicapra) è una specie poligama con limitato dimorfismo sessuale; per questo gli animali mettono in atto tattiche alternative di accoppiamento (AMT), quella territoriale e quella non territoriale, che possono influenzare le opportunità di riproduzione. Lo studio, che si è svolto nell’alta Valle Orco, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, durante la stagione riproduttiva 2013, ha avuto lo scopo di: - Fornire un’analisi qualitativa e quantitativa del repertorio comportamentale del camoscio alpino durante il periodo riproduttivo. - - Effettuare un confronto tra maschi territoriali e non territoriali, durante la stagione riproduttiva, in relazione alle frequenze di corteggiamento e di aggressività diretta e indiretta. - Analizzare le differenze tra maschi territoriali e non territoriali in opportunità di accoppiamento, confrontando il numero di femmine intorno alle due tipologie di maschi, come stima indiretta del vantaggio di accoppiamento. Dall’osservazione di 16 maschi adulti (9 territoriali e 7 non territoriali), è stata registrata, durante l’intero periodo di studio, una prevalenza di forme di aggressività indiretta durante l’intera stagione. Questo può essere dovuto al debole grado di socialità dei maschi. Mentre, l’aumento dei comportamenti di corteggiamento, riscontrati a metà della stagione riproduttiva, forse è in relazione alla fase estrale femminile, che nel camoscio è altamente sincronizzata. Dal confronto tra le due tattiche di accoppiamento, i maggiori livelli di aggressività osservati nei maschi territoriali rispetto ai non territoriali, probabilmente sono giustificati dal fatto che i primi iniziano la difesa dei loro territori ben prima della stagione riproduttiva e continuano fino alla fine di essa, tali atteggiamenti si traducono poi in maggiori comportamenti di corteggiamento, soprattutto durante il periodo di estro delle femmine e, quindi, in più elevate possibilità di accoppiamento. I soggetti non territoriali, invece, metterebbero in atto maggiori comportamenti di aggressività e di corteggiamento quando la competizione con gli individui dominanti è più bassa, questo però non creerebbe grandi opportunità di accoppiamento, in quanto le femmine, ancora, potrebbero non essere entrate in fase estrale oppure potrebbero averla già superata. Per quanto riguarda le opportunità di accoppiamento, l’uso diverso dello spazio tra maschi territoriali e non territoriali, potrebbe determinare diversi vantaggi, condizionati dalla distribuzione dei gruppi femminili durante la stagione riproduttiva che, a sua volta, potrebbe essere influenzata dalle condizioni climatiche. Gli individui territoriali, nel presente studio, sono stati protagonisti in tutti gli accoppiamenti osservati. Le enormi energie impiegate dai maschi dominanti nello sforzo riproduttivo, potrebbero influenzare però, la loro sopravvivenza. I risultati ottenuti lascerebbero pensare che il camoscio alpino afferma la propria dominanza attraverso forme di aggressività ritualizzate piuttosto che attraverso scontri diretti. Inoltre, i maschi territoriali, potrebbero avere un successo riproduttivo annuale maggiore rispetto ai non territoriali, che però potrebbero garantirsi una maggiore longevità. Nel complesso, le due tattiche potrebbero coesistere in virtù di valori simili di fitness.
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