Riassunto |
L’obiettivo della tesi è stato quello di analizzare le dinamiche delle specie capriolo, lepre e fagiano all’interno delle A.F.V. della provincia di Firenze, col fine di proporre miglioramenti nella loro gestione futura. Le A.F.V. sono istituti privati a caccia riservata, il loro scopo è quello di organizzare, mantenere e migliorare gli ambienti naturali al fine di incrementare e irradiare la fauna selvatica nel territorio. Nella provincia di Firenze sono presenti 51 aziende che occupano una superficie totale di 27.442 ha, pari all’8% della S.A.F. Le analisi effettuate, sulla base di parametri degli ultimi 10 anni variabili da specie a specie, forniti dalla
Provincia di Firenze, hanno portato i seguenti risultati:
- Capriolo: la specie presenta una situazione diversa nelle Aziende dei due Comprensori. Nell’A.T.C. Fi 4 la specie mostra una stabilità, nell’A.T.C Fi 5 tutti i parametri evidenziano un trend in aumento. Inoltre si è visto come la densità della specie sia maggiore quando la % della superficie boschiva nelle A.F.V. è compresa tra il 40-70%;
- Lepre: la presenza della specie risulta pressoché stabile, con un lieve aumento nelle aziende dell’A.T.C. Firenze 5, di contro i carnieri in entrambi gli A.T.C. sono in diminuzione. Mettendo in relazione la sua densità con la superficie boschiva questa è maggiore con % minori del 40%.
- Fagiano: in tutte le aziende della provincia si è registrato un aumento delle immissioni ma, di contro, una diminuzione dei carnieri.
In conclusione a tale studio si può affermare che:
- Capriolo: l’aumento della sua densità, in particolare nelle A.F.V. del Comprensorio Sud è correlato a una saturazione dei rilievi appenninici e dall’abbandono delle superfici agricole a favore del rimboschimento;
- Lepre: la presenza pressoché stabile della specie può essere spiegata dalle politiche gestionali più conservative, da quando la lepre è diventata l’unica specie d’indirizzo delle A.F.V.;
- Fagiano: la diminuzione dei carnieri rispetto all’aumento degli animali immessi può essere spiegata da forte predazione, modalità d’immissione che non formano animali adatti a sopravvivere e riprodursi nei loro ambienti naturali, rimboschimento.
Date le conclusioni, al fine di migliorare la gestione futura all’interno delle aziende, si suggerisce di avviare una serie di interventi atti a salvaguardare la piccola fauna stanziale, come:
- utilizzo di recinti di ambientamento per l’immissione di fagiano, si è visto che formano animali con percentuale di sopravvivenza maggiore;
- miglioramenti ambientali, per favorire la fauna nel trovare cibo e riparo;
- riduzione delle superfici boschive che non rappresentano l’habitat ideale delle specie.
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