Il riccio (Erinaceus europaeus): ottimizzazione dell'alimentazione in cattività
Sturiale Sara
Acciaioli Anna
Becciolini Valentina
2016 - 2017
Negli ultimi anni sempre più ricci europei (Erinaceus europaeus) sono stati individuati in prossimità a centri urbani a causa della progressiva diminuzione dei loro habitat naturali.
Tale vicinanza ha portato ad un aumento di esemplari soccorsi dai centri di recupero C.R.A.S. per investimenti stradali, incidenti con attrezzi agricoli e ritrovamento di cuccioli abbandonati.
Data la peculiarità della specie e la scarsità di materiale disponibile in letteratura su di essa, lo scopo della tesi è stato quello di reperire dati rilevanti sull'alimentazione e sull'accrescimento, analizzarli ed elaborarli in modo da poter fornire un linea guida di comportamento in caso di ritrovamento e/o di presenza di questo mammifero nei nostri terreni, al fine di garantirne la conservazione.
La prima parte dello studio ha riguardato l'analisi della letteratura allo scopo di delineare le caratteristiche morfologiche e comportamentali del riccio europeo, con particolare attenzione al comportamento alimentare sia in natura che in cattività, mettendo a confronto le conoscenze acquisite durante il tirocinio con due studi effettuati su popolazioni della medesima specie presenti in Nuova Zelanda (Brockie, 1959 e Campbell, 1973).
In secondo luogo, è stata effettuata una rassegna sugli alimenti disponibili sul mercato utilizzabili per l'alimentazione del riccio, con particolare attenzione al loro valore nutritivo e appetibilità. Infine, è stata condotta una prova presso il centro di recupero C.R.U.M.A. di Livorno su un campione di cinque esemplari, di età stimata tra le due e le quattro settimane, di cui ho seguito il recupero fino al raggiungimento del peso idoneo per la liberazione.
Ogni alimento utilizzato è stato pesato e analizzato singolarmente, valutandone l'apporto di proteina ed energia, e confrontato con prodotti simili reperibili sul mercato.
Questo studio non può considerarsi di valenza “assoluta”, in quanto effettuato su un numero limitato di esemplari e per un tempo piuttosto breve. Ritengo però che esso costituisca comunque un contributo innovativo, in quanto nella fase di ricerca bibliografica non sono emersi studi comparabili sull'argomento; tuttavia non è stato possibile confrontare i risultati ottenuti con quelli derivanti da altre fonti bibliografiche.
La ricerca svolta può comunque fornire indicazioni circa questo animale comune ma poco conosciuto. I dati raccolti potranno essere utili per altri centri di recupero, in quanto forniscono una dieta varia e a basso costo ma efficace, che garantisce ottimi risultati per quanto riguarda l'accrescimento e la salute del riccio, permettendone il reinserimento in natura.
Nel 2016 sono arrivati al centro 138 ricci e, di questi, 69 sono sopravvissuti e sono stati riliberati, compresi i cinque ricci presi in esame.
Nessuno di essi è morto per patologie legate al tipo di alimentazione, e ciò fa supporre che, pur non essendo un'alimentazione “naturale”, la dieta elaborata soddisfa efficacemente le richieste nutrizionali del riccio europeo.
ULTIMO AGGIORNAMENTO
31.08.2023