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Progetto LIFE M.I.R.CO-Lupo: strategia gestionale e problematiche di riconoscimento degli ibridi lupo-cane nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano

Titolo della tesi


Progetto LIFE M.I.R.CO-Lupo: strategia gestionale e problematiche di riconoscimento degli ibridi lupo-cane nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano

 

Candidato


Bencini Sara

 

Relatore


Bozzi Riccardo

 

Correlatore


Reggioni Willy

 

Anno accademico


2016 - 2017

 

Riassunto


Il lupo appenninico (Canis lupus italicus) rappresenta una sottospecie più unica che rara del lupo comune, tesi avvalorata da studi genetici che hanno permesso tale distinzione.

Il lupo è in generale un elemento importante nell’ecologia dell’ecosistema in quanto specie regolatrice della consistenza di prede e di fattori ambientali correlati.

La popolazione italiana di lupo tocca i minimi storici negli anni Settanta, dopo decenni di persecuzioni antropiche scatenate dall’impatto del lupo sulle attività zootecniche ma anche a da ataviche credenze che da sempre inquadrano il predatore come specie nociva.

Grazie alle politiche di conservazione promulgate già dal 1971, il lupo diviene specie protetta e la popolazione italiana va incontro ad un progressivo processo di ricolonizzazione spontanea del territorio che prosegue tutt’oggi; le stime parlano di circa 2000 esemplari distribuiti su tutta la penisola.

Passato lo stato più critico, la conservazione del lupo si trova a far fronte ad una “nuova” minaccia di origine antropica: l’ibridazione con il cane domestico, dovuta alla presenza sproporzionata di cani vaganti nelle aree di compresenza col lupo.

L’inquinamento del genoma del lupo con quello del cane domestico risulta nella possibilità di estinzione della specie selvatica a vantaggio di una popolazione ibrida di cui è impossibile conoscere l’impatto in natura.

Allo scopo di conservare il patrimonio genetico della specie, nel 2013 nasce il progetto europeo LIFE M.I.R.CO-Lupo che si occupa di minimizzare l’impatto del randagismo canino e sviluppare una risposta gestionale volta a mitigare la presenza di individui ibridi, in particolare nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano.

L’innovativa strategia intrapresa nell’ambito del progetto consiste nella neutralizzazione del potenziale riproduttivo degli individui ibridi, operata tramite cattura, sterilizzazione e rilascio in natura.

Parallelamente il progetto prevede azioni rivolte ai cani vaganti e ai cani da lavoro utilizzati nelle attività zootecniche del territorio attraverso servizi veterinari. La messa in atto della strategia di gestione presuppone lo svolgimento di stime di prevalenza e diffusione del fenomeno tramite operazioni di monitoraggio con video-fototrappole e campionamento genetico.

Secondo gli ultimi dati forniti dalle analisi genetiche e da osservazioni fenotipiche, la prevalenza di ibridazione complessiva stimata per branco corrisponde al 41,6% sul totale di branchi stabili nell’area di progetto. La problematica principale nella gestione del fenomeno ibridazione riguarda il riconoscimento degli individui ibridi in fase operativa.

ULTIMO AGGIORNAMENTO

31.08.2023

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