Studio di un caso di Neospora caninum in una mandria di vacche brune alpine nell’appennino Tosco-Emiliano.
Motta Lina Francesca
Martini Andrea
Benedetti Martina
2016 - 2017
Lo studio dei parassiti è importante per i vari aspetti che riguardano la gestione di un allevamento.
La conoscenza delle caratteristiche e delle modalità di trasmissione dei parassiti può essere utile nel delineare un piano gestionale che miri a salvaguardare gli animali, nonché la produzione zootecnica.
Infatti in via preventiva è necessario evitare comportamenti a rischio e garantire una sorveglianza sanitaria ed interventi tempestivi di eradicazione.
Garantire una bassa incidenza di infezioni da parassiti, oltre a ridurre ingenti perdite di produzione e conseguenti danni economici, è uno degli aspetti fondamentali per il benessere o welfare animale.
Il concetto di benessere è analizzato nella parte generale della tesi.
Oggetto di questa tesi è l’approfondimento della Neospora caninum, un parassita protozooario che è causa della neosporosi, una malattia a carattere abortigeno molto diffusa negli allevamenti bovini di tutto il mondo.
Nella parte sperimentale si analizza un caso di neosporosi avvenuto in un’azienda dell’alto Mugello. In questa azienda vengono allevate vacche Brune Alpine per la produzione di latte di alta qualità; a gennaio 2017 si è presentata “una tempesta di aborti” in quanto 7 vacche hanno abortito a distanza di pochi giorni, senza presentare altra sintomatologia.
Da qui è stato avanzato il sospetto di infezione da Neospora caninum e tutti gli animali sono stati analizzati.
Per le analisi, svolte presso l’Istituto zooprofilattico Sperimentale delle regioni Lazio e Toscana, si è utilizzata la metodica ELISA, un test immunoenzimatico per la ricerca di anticorpi nel siero (o nel latte) bovino.
Da queste prime analisi è stato confermato il sospetto di neosporosi in quanto sono risultate positive circa il 45% dei bovini presenti in azienda.
Quelle risultate negative sono state testate nuovamente quando erano al sesto o nono mese di gravidanza, poiché è noto che il titolo anticorpale è soggetto a fluttuazioni nel tempo ed ha un picco nell’ultima fase della gravidanza.
Da questo secondo test sono risultate positive circa il 36 % delle bovine negative al primo controllo. Infine delle 49 bovine su 69 risultate positive di cui è nota la madre, si è osservato che il 30% di esse provenivano da madre positiva al primo test, il 4% da madre positiva al secondo test e il 18% da madre negativa sia al primo che al secondo test.
Al fine di determinare la modalità di trasmissione è stato intrapreso un percorso diagnostico che prevede il monitoraggio sierologico dell’intera mandria con stima della prevalenza dell’infezione e il controllo sierologico a tutte le femmine durante l’ultimo trimestre di gravidanza.
Lo scopo dello studio in corso è quello di poter identificare le linee familiari infette e così ricostituire una nuova linea produttiva con manze sieronegative e di poter escludere ed eventualmente tenere sotto controllo la possibile via di trasmissione orizzontale.
ULTIMO AGGIORNAMENTO
31.08.2023