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Un cinghiale nel carrello: cosa ha scelto il consumatore?

Titolo della tesi


Un cinghiale nel carrello: cosa ha scelto il consumatore?

 

Candidato


Fantechi Tommaso

 

Relatore


Contini Caterina

 

Correlatore


 

 

Anno accademico


2017 - 2018

 

Riassunto


La presente tesi si propone di studiare il comportamento del consumatore rispetto alla carne di cinghiale.

I problemi causati dal suino sono molto frequenti, dagli incidenti in auto, alla distruzione dei raccolti, fino alla presenza costante nelle città. I numeri dei capi abbattuti sono in continua crescita, ma, nonostante questo, in Italia non vendiamo la carne autoctona nei supermercati, importando la pochissima in commercio da paesi esteri, dato che non si è mai sviluppata una filiera organizzata.

Le norme igieniche da rispettare sono molte e solo pochi macelli, esclusivi per selvaggina, sono stati aperti nel nostro paese. Perciò il lavoro si sviluppa attorno alla domanda: il consumatore quanto sarebbe disposto a pagare per la certificazione? La metodologia utilizzata per la ricerca si rifà agli studi di McFadden, che riprendendo i lavori svolti in precedenza da altri economisti, sviluppò i modelli econometrici a scelta discreta, con i quali poter stimare la disponibilità a pagare per le diverse caratteristiche di un prodotto.

Tali modelli si basano su esperimenti di scelta che riproducono situazioni simili a quelle che si verificano durante la decisione di acquisto e consistono nel chiedere ai rispondenti di scegliere l’alternativa preferita tra diverse opzioni che si distinguono per la combinazione degli attributi.

Prima di ideare gli esperimenti di scelta, è stato necessario individuare gli attributi ed i livelli, che condizionano le scelte dei compratori. Per l’attributo prezzo sono stati utilizzati i livelli di 15, 20, 25, 30€; riguardo la provenienza abbiamo Toscana, Italia, Ungheria e Stati Uniti; infine è stata proposta la presenza o meno della certificazione.

Ad i rispondenti è stato sottoposto un questionario diviso in quattro sezioni ben distinte: la prima contiene due domande filtro che sostanzialmente escludono tutti coloro che non consumano carne di cinghiale; la seconda propone al consumatore gli esperimenti di scelta; la terza richiede di esprimere l’opinione personale rispetto alla caccia e l‘atteggiamento rispetto alla selvaggina; infine, l’ultima parte presenta delle domande socio demografiche.

Il campione è costituito da 565 persone reclutate online. I risultati della ricerca si sono rivelati in linea con le aspettative, tanto che la disponibilità a pagare per la carne di cinghiale certificata risulta di 14€ superiore a quella non certificata. In ogni caso, i consumatori sono maggiormente influenzati dalla provenienza, con la carne Toscana, insieme a quella Italiana, che viene di gran lunga preferita alle carni di origine estera. In conclusione è possibile affermare che lo sviluppo della filiera sarebbe molto apprezzato dai consumatori, che sarebbero disposti ad acquistare carne autoctona proveniente dai macelli, con tanto di certificazione.

 

ULTIMO AGGIORNAMENTO

31.08.2023

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