Titolo della tesi
Analisi dei danni da fauna selvatica nell’ATC Firenze 4 e Firenze 5 dal 2000 al 2017
Paoletti Simone
Fratini Roberto
2017 - 2018
La tesi è basata su un’analisi approfondita dei danni alle colture agricole causate da fauna selvatica nella Regione Toscana ed in particolare negli ATC 4 e 5 della provincia di Firenze. I dati relativi ai danni sono stati acquisiti dal software Microsoft Access della Giunta Regionale della Toscana. Questo metodo di raccolta d’informazioni è iniziato nel 1985 e prosegue tutt’oggi. Nella tesi si sono esaminati i dati relativi al periodo 2000- 2017.
L’analisi comprende un inquadramento generale dell’andamento dei danni in termini di aree interessate e di valori in euro corrispondenti al danno. Si sono poi individuate le specie selvatiche più presenti nei nostri territori e pertanto responsabili e causa degli ingenti danni alle colture agricole. In particolare: il Cinghiale, il Capriolo, il Daino, il Cervo, il Fagiano, la Lepre, i Corvidi, gli Storni ed altri. Le perdite in alcuni anni hanno raggiunto cifre considerevoli in termini di indennizzi da corrispondere, arrivando intorno agli 800.000 euro.
Nella seconda fase l’analisi ha riguardato più specificatamente gli ATC 4 e 5, attraverso un esame incentrato sull’analisi dell’andamento dei valori verificatesi nel corso degli anni nei rispettivi territori. Si è riscontrato che, ad eccezione di un breve periodo (2012-2015) in cui prevalgono i danni in ATC 5 (70-80 % rispetto al 20-30% dell’ATC 4), per il resto del periodo considerato non si registra una prevalenza dell’uno rispetto all’altro. La tesi poi esamina con maggiore dettaglio i danni a livello monetario e l’incidenza di tali sul tot. prodotti in particolare dal capriolo e dal cinghiale (risultate le specie più dannose). Da questa analisi emerge che il cinghiale rappresenta un grande problema di gestione soprattutto in ATC 4 con valori dei danno superiori al 60% del totale, mentre in ATC 5 tale ruolo è occupato dal capriolo, con danni che soprattutto nell’ultimo periodo (2012-2017 ), superano il 50% del totale registrato.
In questo contesto si sono presi in considerazione anche i danni prodotti nelle aree ZRC (zone di ripopolamento e cattura), evidenziando che l’entità di tali perdite corrisponde al 15 % rispetto al tot. del territorio ; danni dovuti sia alle specie d’indirizzo (lepre e fagiano ) che alla fauna limitrofa presente.
L’ultima parte del lavoro ha riguardato l’individuazione delle colture, negli ATC 4 e 5 di Firenze, maggiormente danneggiate dalla fauna selvatica. Tra le colture più danneggiate sono risultate: la vite (46%) i cereali (17% ) i frutteti (9 %) il castagno ( 7%) e infine le colture foraggere (6%).
In conclusione possiamo rilevare che le popolazioni della fauna selvatica (soprattutto ungulati come cinghiale, daino e capriolo) sono da alcuni decenni in continua fase di incremento sia per quanto riguarda la distribuzione, sia le consistenze. Tale espansione, che interessa le aree appenniniche, è dovuta all’azione sinergica di molti fattori (abbandono di molte aree collinari e montane, istituzione di aree protette ecc). La presenza di una così elevata consistenza delle popolazioni ha apportato molti effetti positivi come un aumento della biodiversità e benefici sia livello economico che sociale, ma ha causato anche molti svantaggi legati soprattutto ai danni alle colture agricole che nella realtà si manifestano come perdite ai proprietari dei terreni difficilmente riparabili ed anzi nella maggior parte dei casi portano alla chiusura dell’attività.
ULTIMO AGGIORNAMENTO
31.08.2023