Il bracconaggio: osservazioni e analisi sulla caccia illegale all'avifauna in Italia
Peroni Noemi
Bozzi Riccardo
2017 - 2018
La presente tesi si propone di osservare ed analizzare il fenomeno del bracconaggio all’avifauna italiana tramite l’impiego di report forniti da CABS (Comitato contro l’uccellagione) riguardanti gli anni dal 2011 al 2014.
L’analisi si è concentrata, in un primo momento, sullo studio della legislazione italiana (legge 157/92) ed europea (Direttiva Uccelli) di modo da poter effettuare una corretta lettura del report dei reati acquisiti. A questa è seguita una documentazione sugli strumenti e le tecniche utilizzate da chi commette caccia di frodo.
Si è proseguito quindi all’analisi delle cosiddette “zone calde del bracconaggio”, i “black-spot” (ISPRA 2016), per ognuna delle quali è stata individuata la tipologia di bracconaggio più praticata di modo da poter individuare le motivazioni socio-culturali che hanno portato a questa differenziazione zonale. Un’attenzione particolare è stata rivolta al contrasto del fenomeno in Sicilia che si è fatta portabandiera di un importante progetto per la salvaguardia di tre specie di rapaci.
Infine sono stati ordinati e classificati i dati dei report ai quali è seguita un’attenta analisi che ha portato a diverse considerazioni su più fronti.
Dal presente studio è emerso che ogni anno sono migliaia gli uccelli che cadono vittime di una caccia illegale e incontrollata. I danni che questo tipo di attività reca alla fauna ornitica italiana sono sia di carattere ecologico che culturale.
I mezzi utilizzati da chi opera questo tipo di reato sono spesso cruenti e non operano alcun tipo di selezione riguardo alla specie che cade vittima di trappole, archi, tagliole o reti.
L’impegno italiano su questo fronte ha visto negli ultimi decenni una crescita non indifferente ma il fenomeno e i danni che arreca rimangono comunque di grande entità.
ULTIMO AGGIORNAMENTO
31.08.2023