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"Non conoscere, non registrare e non censire": il ruolo della “letteratura grigia” e delle collezioni private nella valutazione della ricchezza specifica a scala spaziale regionale. Il caso di studio nei molluschi marini del Mar Ligure.


Titolo della tesi


"Non conoscere, non registrare e non censire": il ruolo della “letteratura grigia” e delle collezioni private nella valutazione della ricchezza specifica a scala spaziale regionale. Il caso di studio nei molluschi marini del Mar Ligure.

 

 Candidato


Gorelli Alessandra

 

Relatore


Ugolini Alberto

 

 Correlatore


Schiaparelli Stefano

 

Anno accademico


2019 - 2020

 

Riassunto


Il presente elaborato di tesi ha avuto come oggetto i molluschi marini del Mar Ligure. Nello specifico, si è voluto quantificare il contributo della letteratura “grigia” (e.g. tesi di laurea, collezioni private, rapporti tecnici, etc.) rispetto alle fonti ufficiali della letteratura “classica”, quali i lavori scientifici pubblicati, nello stimare la ricchezza specifica. Per effettuare questa operazione è stato necessario effettuare un lavoro di revisione di un database preesistente, che è stato implementato con i dati di due collezioni private ed un rapporto tecnico scientifico, che rappresentano il mio contributo specifico all’argomento.
I dati acquisiti sono stati verificati dal punto di vista nomenclaturale e, ove necessario, digitalizzati tramite fotografie; successivamente sono stati tabulati su Excel ed analizzati anche applicando tecniche statistiche non parametriche per stimare la ricchezza specifica attraverso analisi di rarefazione ed estrapolazione (pacchetto iNEXT di R).
Nel complesso sono stati confrontate 19 diverse fonti delle categorie di cui sopra e censite 457 specie rinvenute esclusivamente nella letteratura grigia. I risultati ottenuti hanno permesso di evidenziare l’importante contributo delle collezioni private che, nel complesso, sul totale delle 1.526 specie rinvenute nel il Mar Ligure (censimento della Società Italiana di Biologia Marina del 2008), ammontano al 26.6% dei record totali; la percentuale dei soli libri storici si attesta solo al 3.3%.
Appare quindi chiara l’importanza delle fonti non “istituzionali”. In termini di ricchezza specifica, gli estimatori utilizzati permettono di stimare in almeno un altro centinaio il numero di specie ancora attese qualora si intensificassero i campionamenti. È inoltre da notare come alcune classi, quali quella dei Cephalopoda, non siano in effetti state considerate nel presente censimento, focalizzato soprattutto su rati relativi a campionamenti effettuati in immersione o con benna. I cefalopodi, che nel nostro dataset rappresentano solo 0.09%, dovranno essere in futuro inseriti nel censimento attingendo a dati relativi alla pesca o a segnalazioni su piattaforme quali iNaturalist che permettono anche ai cittadini comuni di segnalare la presenza di specie in una data area.
Risulta chiaro da questo fatto quanto sia cospicua la mole di dati che potrebbero essere inclusi nelle checklists, se venissero registrati i lavori svolti da tesisti, o semplici appassionati di malacologia, e quanto si sia potenzialmente ancora lontani da un censimento soddisfacente della malacofauna marina delle coste italiane.

 

ULTIMO AGGIORNAMENTO

31.08.2023

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